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Prestiti Inpdap motivazioni

Prestiti Inpdap motivazioni
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Il credito in Italia, se pure in ripresa, continua a riservare non poche difficoltà, soprattutto a chi non sia in grado di produrre adeguate garanzie a sostegno della propria richiesta.
La difficoltà di interfacciarsi con il sistema creditizio, obbliga perciò molti consumatori a cercare alternative a banche e società finanziarie, come ad esempio il prestito tra privati (social lending). Per chi è dipendente o pensionato pubblico, però, l’alternativa esiste ormai da anni.

Una possibile alternativa: l’Inpdap

L’Inpdap ha svolto dal 1994 al 2011, anno della sua soppressione per effetto del decreto Salva Italia emanato dal governo Monti, una meritoria funzione creditizia verso i dipendenti e i pensionati pubblici. Dal primo giorno del 2012, però, l’ente non esiste più, essendo stato incorporato insieme all’Enpals all’interno del cosiddetto Super Inps.

Nonostante la decisione in questione, i prestiti continuano ad essere erogati dal nuovo soggetto.

Con ovvio sollievo degli interessati, considerato l’appeal che i finanziamenti in questione hanno sempre mantenuto nel corso del tempo.

La proposta creditizia dell’Inpdap: perché è così popolare?

La popolarità della proposta di prestiti e mutui da parte dell’Inpdap è sempre stata elevatissima.

I piccoli prestiti, i prestiti in convenzione e i finanziamenti pluriennali diretti e garantiti sono infatti caratterizzati da condizioni estremamente favorevoli, con tassi di interesse più bassi rispetto alle proposte del mercato.

Inoltre le condizioni delineate in sede contrattuale rimangono invariate lungo tutto l’arco del finanziamento. Un mix che ha spinto molti impiegati e pensionati pubblici ad approfittare senz’altro dell’opportunità.

La formula è quella della cessione del quinto

Anche la formula scelta per il piano di rientro dei finanziamenti, la cessione del quinto, si rivela del tutto aderente alla particolare platea cui si rivolge la proposta creditizia dell’ente. Trattandosi di utenti che godono di una busta paga o di una pensione, proprio il loro trattamento economico va a fare da base al rimborso delle rate, attestando il livello massimo del prelievo al 20% dello stesso.

I prestiti pluriennali Inpdap

All’interno della proposta approntata dall’Inpdap, un posto di assoluto riguardo spetta ai prestiti pluriennali, che possono arrivare sino a 150mila euro. Naturalmente per poterli richiedere occorre rispettare alcune condizioni minime, in particolare essere dipendenti con un contratto a tempo indeterminato, oppure con un contratto a tempo determinato che però deve avere una durata almeno triennale. Altre condizioni sono quella riguardante la durata del finanziamento, che deve essere inferiore a quella del contratto, e la messa a disposizione del TFR a titolo di garanzia del rimborso.

Prestiti pluriennali Inpdap: le motivazioni

Chi è intenzionato a richiedere i prestiti pluriennali Inps riservati ai dipendenti pubblici deve però sapere che le richieste in tal senso devono essere sostanziate da motivazioni plausibili. Quelle accettate dal regolamento, in particolare, sono le seguenti:

Per i prestiti quinquennali

  • calamità naturali;
  • rapina, furto, incendio;
  • trasloco;
  • lavori condominiali in abitazione di proprietà e residenza;
  • opere di manutenzione ordinaria dell’abitazione di residenza;
  • installazione domestica di impianti di energia rinnovabile;
  • acquisto di automobile;
  • nascita figli o adozione;
  • cure odontoiatriche;
  • acquisto autovettura modificata, carrozzella ortopedia per portatori di handicap e protesi dal costo elevato;
  • malattia;
  • morte dei familiari;
    matrimonio;
  • corsi di formazione post laurea dalla durata non inferiore a due anni;
  • casi eccezionali socialmente rilevanti;

Per i prestiti decennali

  • riscatto alloggi popolari e alloggi di enti pubblici già affittati;
  • acquisizione di casa in cooperativa o da cooperativa costituita da
  • locatari di abitazioni di enti pubblici in corso di dismissione;
  • acquisto abitazione da adibire a residenza;
  • costruzione abitazione da adibire a residenza;
  • estinzione anticipata o riduzione di mutuo ipotecario;
  • manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia della casa in proprietà o nuda proprietà;
  • malattie gravi;
  • casi eccezionali socialmente rilevanti.