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Domande Frequenti Prestiti Inpdap

Prestiti Inpdap: FAQ
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La ricerca di finanziamenti coi quali far fronte ad improvvise esigenze o tesi a ricostituire una certa liquidità cui attingere in caso di bisogno, continua ad essere abbastanza problematica nel nostro Paese. A pesare è in particolare la situazione molto particolare in cui si dibatte il mondo creditizio, oppresso da una grande massa di crediti difficili da riscuotere. Una situazione la quale spinge gli istituti bancari e le finanziarie a serrare le fila, restringendo i criteri di accesso al credito.

Indice dell'articolo

Il prestito come spinta ai consumi

Il problema che si viene a creare a causa della politica adottata dal sistema creditizio non è di poco conto, se si pensa che proprio i finanziamenti all’economia reale potrebbero dare un impulso ai consumi e far ripartire un Paese che continua invece ad arrancare, come del resto dimostrano gli ultimi dati sul PIL. Anche la politica sembra aver capito la serietà della questione, se si pensa ai progetti del Ministro dell’Economia, Padoan, tesi ad alleggerire il sistema bancario di almeno una parte dei debiti. Mentre le istituzioni si interrogano, però, milioni di nostri connazionali si trovano alla spesso affannosa ricerca di soluzioni alternative.

L’alternativa offerta dall’Inpdap

Una situazione parzialmente più favorevole è quella dei dipendenti e i pensionati della Pubblica Amministrazione, per i quali la strada verso il credito è sensibilmente agevolata dall’Inpdap (Istituto Nazionale per la Previdenza dei Dipendenti dell’Amministrazione Pubblica), ente sorto nel 1994 proprio al fine di erogare una serie di servizi in tal senso.
Tra i servizi più apprezzati in assoluto dai beneficiari, c’è infatti l’erogazione di prodotti creditizi che sono stati a lungo noti per la estrema convenienza.

Un po’ di storia dell’Inpdap

Come abbiamo ricordato, l’Inpdap è nato nel 1994, in qualità di ente non economico, nel quale confluirono all’epoca Enpas, Inadel, Enpdep e le casse di previdenza amministrate dal ministero del Tesoro, e ha vissuto sino al 2011, quando nell’ambito del piano di riorganizzazione e razionalizzazione del sistema previdenziale, il governo guidato da Mario Monti ha emanato il decreto Salva Italia. In conseguenza di questo provvedimento, l’ente è stato soppresso a partire dal primo giorno del 2012 e le sue funzioni inglobate (insieme a quelle dell’Enpals) dal cosiddetto Super Inps. Per effetto di questa decisione, quindi, le funzioni di Inpdap sono semplicemente passate al nuovo ente, comprese quelle creditizie.

La necessità di avere informazioni giuste

Quando si decide di chiedere un prestito, occorre avere il maggior numero di informazioni possibile. Si tratta in effetti del miglior viatico per poter infine andare a scegliere il finanziamento più adeguato alle proprie esigenze, evitando di pagare più del dovuto. Va infatti ricordato che non sempre ciò che appare più conveniente, lo è effettivamente, soprattutto nel caso dei prodotti creditizi, che a volte nascondono spese che possono incidere notevolmente sul conto finale. Ecco perché occorre informarsi al meglio. Una necessità la quale sussiste anche nel caso dell’Inpdap, tale quindi da presupporre una serie di domande cui occorre dare una puntuale risposta.

Quali sono i prodotti creditizi di Inpdap?

L’Inpdap provvede ad erogare i seguenti finanziamentI
1) piccolo prestito Inpdap, un prestito personale che può arrivare all’importo massimo di 5mila euro. La durata del piano di ammortamento è compresa tra i 12 e i 48 mesi;
2) finanziamento per ristrutturazione, una soluzione la quale permette di avere sino a 300mila euro, con un piano di ammortamento che varia da 10 a 30 anni;
3) prestito auto, il cui importo può arrivare sino  100mila euro, con un tasso di interesse del 7,5%;
4) prestito per matrimonio figli, con il quale è possibile ottenere sino a 15.500 euro a patto di presentare un preventivo;
Si tratta di prodotti diversi e tali da poter rispondere a diverse esigenze, ma ormai noti in particolare per la rimarchevole serie di vantaggi che possono assicurare ai beneficiari.

Quali sono i vantaggi dei prestiti Inpdap?

Il primo e più visibile vantaggio è quello derivante dalla presenza di tassi di interesse estremamente favorevoli, soprattutto ove vengano ad essere rapportati a quelli presenti sul mercato.
Altro vantaggio che non va assolutamente sottovalutato è quello derivante dalla assoluta sicurezza in cui avviene il piano di rientro concordato in sede contrattuale. Le condizioni delineate in quella sede, infatti, sono destinate a rimanere tali lungo tutto l’arco del piano di ammortamento. Un bel vantaggio soprattutto per chi detesta gli imprevisti e vuole pianificare nel dettaglio il proprio futuro.

I prestiti Inpdap presentano degli svantaggi?

L’unico vero svantaggio che caratterizza i prestiti erogati dall’ente consiste nelle lungaggini burocratiche che possono sensibilmente ritardarne la concessione. Ad esempio occorre verificare la disponibilità effettiva del Fondo Rischi, creato appositamente per supportare la funzione creditizia dell’Inpdap nei confronti dei dipendenti pubblici. Inoltre occorre attendere che sia stata esaminata la documentazione presentata a supporto della richiesta, che deve rispettare una fila notevolmente più nutrita rispetto a quella attende una banca o una finanziaria. Per chi abbia necessità di ottenere subito liquidità aggiuntiva, si tratta di una ipotesi chiaramente insostenibile.

Chi può richiedere un prestito Inpdap

I prestiti Inpdap possono essere richiesti solo ed esclusivamente da dipendenti, ex dipendenti pensionati della pubblica amministrazione, che siano iscritti alla gestione delle prestazioni creditizie sociali,  e che durante il corso del loro servizio abbiano provveduto al versamento dei contributi presso l’ente nazionale di previdenza.
Altri requisiti indispensabili per poter accedere ai prestiti dell’ente, sono il godimento delle condizioni economiche indicate, una età anagrafica tra i 18 e i 70 anni e la residenza lungo il territorio peninsulare.

Quale documentazione occorre presentare?

Per poter avere accesso al credito dell’Inpdap, occorre poi senz’altro produrre una documentazione da accludere alla presentazione della domanda. In particolare è obbligatorio presentare un documento d’identità in corso di validità e l’ultima busta paga o cedolino della pensione goduti.

Il fondo da cui attinge l’Inpdap ha delle limitazioni?

L’Inpdap, come si può facilmente intuire, ha a sua disposizione un fondo da cui attinge le risorse per erogare i suoi prodotti creditizi. Il fondo non è però infinito e una volta terminate le risorse, rimane come unica possibilità quella di richiedere i prestiti agli istituti bancari convenzionati con l’ente. Proprio per questo motivo occorre affrettarsi a formulare la domanda.

Quando occorre presentare la domanda?

La domanda con la quale si richiede la concessione di uno dei prodotti creditizi Inpdap va inviata all’ente in una delle tre finestre previste nel corso dell’anno, ovvero quelle che si aprono nei primi dieci giorni dei mesi di gennaio, maggio e settembre. Al di fuori di questi periodi non possono essere accettate domande.

Come va presentata la domanda?

Occorre però sapere al contempo che la domanda per la concessione del credito, deve essere presentata esclusivamente per via telematica. Lo strumento per farlo è il sito istituzionale dell’INPS, ove è presente una apposita sezione e dalla quale possono essere compilati tutti i moduli necessari.

I tassi di interesse sono realmente agevolati?

Come abbiamo già ricordato più di una volta, i prodotti creditizi erogati dall’ente godono di una larga fama presso l’utenza, proprio per i tassi di interesse prospettati. Se in molti si chiedono se essi siano realmente agevolati, la risposta è sicuramente affermativa. Basti pensare che nel caso di un prestito che comporti un piano di rientro in due anni, il tasso di interesse si attesta al 3,50%, mentre ove esso vada a superare i due anni il tasso sale al 4,25%. Per riuscire a capire l’effettiva convenienza della proposta creditizia Inpdap basta in effetti raffrontare questi tassi a quelli offerti dal mercato.

Come mai i tassi di interesse sono così convenienti?

Il fatto che i prestiti Inpdap prevedano tassi di interesse effettivamente convenienti, deriva in particolare dal fatto che l’ente non ha praticamente bisogno di alcuna garanzia sulla restituzione. Ove venga a verificarsi il caso di insolvenza, infatti, può andare ad attingere dai contributi versati, dal TFR disponibile e dallo stipendio del beneficiario del prestito. Proprio per questo motivo il rischio, che è considerato dagli addetti ai lavori la prima causa del crescere del livello dei tassi di interesse, non sussiste assolutamente.

E’ vero che i tassi di interesse crescono se si hanno più di 65 anni?

Sì, è vero. Questo succede in quanto quello di coloro che hanno già compiuto il 65° anno di età rappresenta un caso a parte.  In queste occasioni, infatti, il tasso di interesse non si aggira più intorno al 4,25% per un finanziamento con piano di ammortamento oltre i 24 mesi, ma va a variare in base all’età anagrafica raggiungendo l’8,50% fino ai 65 anni e il 14% per i pensionati over 80.

Ci sono altre spese da prendere in considerazione, in aggiunta ai tassi di interesse?

Sì, oltre ai tassi di interesse sull’importo lordo dei piccoli prestiti viene applicata la ritenuta dello 0,50% per le spese di amministrazione e quella relativa al contributo del fondo rischi, secondo le misure percentuali previste, per le diverse categorie di richiedenti. Va anche ricordato come gli importi delle spese di amministrazione e del contributo per il fondo rischi vengano trattenuti all’atto dell’erogazione del piccolo prestito.

A chi si rivolge il piccolo prestito Inpdap?

Il piccolo prestito non è un prodotto rivolto a tutti, anzi. Esso può essere concesso soltanto ai dipendenti e pensionati pubblici iscritti alla Gestione unitaria autonoma delle prestazioni creditizie e sociali i quali percepiscano una retribuzione mensile fissa e continuativa oppure un trattamento pensionistico.

Occorre presentare la motivazione per poter avere un piccolo prestito Inpdap?

No, nessuna tipologia di piccolo prestito erogato dall’Inpdap prevede come condizione la presentazione di una motivazione valida. La cifra richiesta viene erogata direttamente sul conto corrente indicato dal richiedente, il quale può quindi disporne liberamente in base alle sue effettive esigenze. Si tratta infatti di prestiti non finalizzati, ovvero quel tipo di finanziamenti che non richiedono una documentazione in grado di attestare la destinazione del denaro avuto.

Prestiti Inpdap pluriennali cosa sono:

I prestiti pluriennali diretti sono finanziamenti per necessità personali e/o familiari, che devono però risultare documentate, a differenza di quanto avviene nel caso dei piccoli prestiti. Quindi, per poterli avere occorre presentare le motivazioni che sono alla base della richiesta. Due le durate di rimborso in questo caso: cinque o dieci anni (60 o 120 rate mensili).

Prestiti Inpdap pluriennali diretti: a chi si rivolgono

I beneficiari dei prestiti pluriennali diretti sono gli iscritti alla Gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali che abbiano non meno di quattro anni di anzianità di servizio ove il contratto del richiedente sia a tempo indeterminato. Nel caso in cui invece l’iscritto sia stato assunto a tempo determinato, il suo stato di servizio non deve essere inferiore a tre anni, e può godere del prestito solo a patto che le rate siano estinte prima della conclusione del rapporto lavorativo. Inoltre dovrà utilizzare il trattamento di fine rapporto (TFR) ad ulteriore garanzia del finanziamento eventualmente ricevuto.

Prestiti Inpdap pluriennali garantiti: cosa sono?

Si tratta di un finanziamento garantito dall’Inps Gestione Dipendenti Pubblici a fronte dei rischi di:
1) decesso dell’iscritto prima che sia estinta la cessione del quinto;
2) cessazione dal servizio senza aver acquisito il diritto alla pensione;
3) riduzione dello stipendio del cedente.
Come nel caso precedente dei prestiti pluriennali diretti, i piani di rimborso possono essere quinquennali o decennali. L’ammontare della rata, però, non deve in alcun caso andare ad eccedere il quinto della retribuzione mensile netta. Il richiedente, inoltre, deve essere in attività di servizio da non meno di un quadriennio.

Qual’è il tasso di interesse dei prestiti pluriennali garantiti?

In questo caso non è possibile stabilirlo in partenza, trattandosi di finanziamenti erogati da società finanziarie e istituti bancari. Va però rilevato come chi lo propone debba indicare con assoluta chiarezza il Taeg (Tasso Annuo Effettivo Globale), l’indicatore che può dare un’idea della convenienza della proposta. Ad esso concorrono in particolare:

  • gli interessi e le spese di amministrazione degli Istituti di credito che concedono il finanziamento;
  • lo 0,50% per le spese di amministrazione dell’Inps;
  • il premio compensativo per il rischio di insolvenza che si attesta all’1,5% per i prestiti quinquennali e al 3% per quelli decennali.

Anche i parenti del dipendente/pensionato possono accedere al credito Inpdap?

Sicuramente. Tutti i prestiti concessi da Inpdap possono essere oggetto di fruizione anche dai familiari del dipendente, ex dipendente o pensionato dell’ente, prevedendo una serie di agevolazioni anche nelle differenti tipologie e situazioni per i quali sono erogati i finanziamenti. Va infatti sottolineato come l’Inpdap disponga ogni anno di borse di studio e possibilità di soggiorni all’estero per i figli degli iscritti alla gestione della previdenza sociale, consentendo loro di usufruire non solo dei finanziamenti, ma anche di premi e occasioni estremamente appetibili.

Qual’è la formula scelta per il rientro dal debito?

Il piano di ammortamento del prestito prevede l’adozione della formula nota come cessione del quinto, ovvero la soluzione che vede il beneficiario rimborsare la somma ricevuta tramite ritenute dirette da parte dell’ente di un quinto dello stipendio o del trattamento pensionistico effettivamente goduto.

Quali importi possono essere richiesti?

L’importo che può essere richiesto varia in base alla durata del prestito. In particolare:
– per i prestiti annuali si può chiedere un importo pari ad una o due mensilità di stipendio netto da restituire in 12 rate mensili;
– per i prestiti biennali, un importo da due a quattro mensilità di stipendio netto da restituire in 24 rate mensili;
– per i prestiti triennali, un importo da tre a sei mensilità di stipendio netto da restituire in 36 rate mensili;
– per i prestiti quadriennali, un importo da quattro a otto mensilità di stipendio netto da restituire in 48 rate mensili.

E’ possibile avere una rata tale da superare un quinto di stipendio?

Ove si abbia la necessità di richiedere un finanziamento di somma elevata e tale da prefigurare un importo della rata mensile che vada a superare il 20% dello stipendio, va sottolineato come tale possibilità si presenti solo nel caso in cui si scelga il prestito delega di pagamento, ovvero quello che consente di avere un importo della rata sino al 40% della retribuzione mensile al netto. In casi di questo genere, però, nonostante la modalità di restituzione del capitale sia simile a quella della cessione del quinto, con l’importo detratto direttamente dalla retribuzione, il datore di lavoro, che nel caso della cessione del quinto non può rifiutare questa modalità di finanziamento, può decidere di non accettare di detrarre e versare la somma dovuta dal suo dipendente.

Il prestito Inpdap può essere rinnovato?

Sì, gli iscritti possono senz’altro rinnovare un prestito che si trovi in corso di ammortamento, richiedendone uno nuovo. Per poterlo fare, devono però essere passati non meno di due anni di ammortamento del precedente prestito quinquennale o quattro anni di un prestito decennale. Inoltre un prestito quinquennale può essere rinnovato prima che siano trascorsi due anni dall’inizio dell’ammortamento ove si decida di richiedere, per la prima volta, un prestito decennale.

Si può estinguere anticipatamente un prestito Inpdap?

Sì, un prestito concesso dall’ente può senz’altro essere estinto in anticipo e in qualsiasi momento, tramite il versamento del debito residuo. Al richiedente verrà inoltre restituita la quota del fondo rischi relativa al periodo di anticipata estinzione.

L’Inpdap è stato soppresso: è ancora possibile richiedere prestiti?

Come abbiamo già ricordato, l’Inpdap è stato soppresso nel 2011 e dal primo giorno del 2012 le sue funzioni sono state trasferite al Super Inps. In conseguenza di ciò, la dicitura Inpdap è praticamente scomparsa nei cataloghi prodotti, che parlano ora di prestiti Inps. Proprio al Piccolo prestito Inps occorre quindi fare riferimento quando si cerca l’ormai noto prodotto creditizio, il quale può essere richiesto alle strutture dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale.

Cosa sono i prestiti in convenzione Inpdap?

I prestiti in convenzione Inpdap sono quei finanziamenti che possono essere richiesti agli istituti bancari che hanno provveduto a stipulare specifici accordi con l’ente. Tra gli istituti e le finanziarie che lo hanno fatto ci sono Findomestic, BNL, Pitagora, Sigla Credit, IBL Banca, Unicredit e Fiditalia. Ognuna di queste strutture offre prodotti strutturati in base alla propria personale politica, con tassi di interesse diversificati e quindi da esaminare con attenzione.

Chi può usufruire del prestito in convenzione Inpdap?

A poter usufruire della convenzione Inpdap sono i dipendenti e pensionati (e i loro familiari), i quali siano regolarmente iscritti alla gestione unitaria delle prestazioni creditizie. Va inoltre ricordato come occorra essere inseriti all’interno della fascia di età minima e massima prevista dallo stesso istituto di credito erogante, solitamente tra i 18 e i 75 anni.

I prestiti in convenzione sono altrettanto convenienti rispetto a quelli diretti dell’Inpdap?

Sicuramente no.  Se pure gli istituti convenzionati propongono tassi medi che sono comunque più bassi di quella che è la media del settore, allo stesso tempo non si ha la stessa convenienza che si avrebbe tramite i prestiti pluriennali garantiti che vengono invece erogati direttamente dall’Inps ex Inpdap. Insomma, prima di richiedere il prestito in convenzione, conviene rivolgersi direttamente all’istituto.

Cosa succede in caso di mancato rimborso del prestito?

Nel caso in cui il destinatario del prestito Inpdap non riesca ad effettuare il pagamento di una rata, come accade del resto per tutti gli altri prestiti personali, viene ad essere iscritto alla Centrale dei Rischi, nell’apposito Registro dei Protestati. Il nominativo del protestato è destinato a rimanere all’interno del registro per 5 anni, a meno che non provveda a risanare la propria situazione. In questo caso potrà ottenere in anticipo la cancellazione dal registro.
Va poi ricordato come nel caso in cui il beneficiario del finanziamento personale abbia provveduto al pagamento della rata entro il termine di 12 mesi, la cancellazione non sarà immediata, ma verrà segnalata con una nota accanto al nome.
Infine, nel caso in cui il protestato non provveda a rimborsare le rate del prestito ricevuto, sarà sottoposto al pignoramento dei beni.

E’ necessario produrre garanzie?

No, non occorre assolutamente produrre garanzie nel caso dei prodotti creditizi erogati dall’Inpdap in quanto essi sono caratterizzati dalla formula della cessione del quinto di stipendio. Poiché la rata da versare viene trattenuta alla fonte, sarà proprio lo stipendio o il trattamento pensionistico del richiedente a fungere da garanzia.

I dipendenti pubblici cattivi pagatori possono accedere ai prestiti?

Sì, anche ove siano segnalati alla centrale rischi o risultino protestati, in quanto proprio la cessione del quinto, che presuppone la ritenuta alla fonte, fornisce in definitiva la garanzia necessaria sul rientro della cifra prestata.