La complessa situazione economica in atto, con una crisi che continua ad imperversare con grande forza nel nostro Paese, sta letteralmente ridisegnando i rapporti sociali.
Tra le maggiori conseguenze del periodo non felice innescato dopo lo scoppio della bolla dei mutui subprime, c’è la perdita di moltissimi posti di lavoro, tale da mettere spesso in grande affanno le famiglie che ne sono rimaste vittima.
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I pensionati nella odierna società
Sono sempre di più gli anziani che decidono di intervenire con il loro trattamento pensionistico in favore dei figli o dei nipoti. A causare questo intervento può essere la perdita del posto di lavoro, la difficoltà di trovarlo o anche la magrezza dello stipendio di qualche parente.
La situazione del mercato e il fattore anagrafico
Il mercato creditizio ha preso atto di questa realtà e ha ridisegnato le sue politiche verso gli anziani. Sono ormai molte le proposte che vedono al centro proprio la fascia più anziana della popolazione, cercando al contempo di limitare i rischi derivanti proprio dal particolare status di queste persone. In particolare è l’età a svolgere un ruolo di grande importanza nelle trattative tra anziano e istituti di credito, i quali cercano di limitare il piano di rientro dei prestiti proprio basandosi sul fattore anagrafico.
Una possibile alternativa: l’Inpdap
Tra le proposte creditizie più gettonate in assoluto, c’è quella offerta da Inpdap (Istituto Nazionale di Previdenza per i Dipendenti dell’Amministrazione Pubblica), ente che ha iniziato a svolgere questa funzione nel 1994, chiudendo i battenti nel 2011, quando il governo Monti ne ha deciso la soppressione con il decreto Salva Italia.
La riorganizzazione del sistema previdenziale, ha portato alla formazione del cosiddetto super Inps, con l’accorpamento all’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale di Inpdap e Enpals. Le funzioni e prerogative dell’ente non sono quindi cessate, ma sono ora svolte dall’Inps. Compresa quella creditizia.
I prestiti Inpdap
La proposta formulata dall’Inpdap in favore dei dipendenti e pensionati della Pubblica Amministrazione, si compone di piccoli prestiti, prestiti convenzionati, finanziamenti pluriennali diretti e garantiti.
I prestiti Inpdap: qual’è l’età massima per poterli ottenere?
Naturalmente anche per i prestiti concessi dall’Inpdap ci sono delle restrizioni a livello anagrafico, ovvero un’età massima oltre la quale l’istituto non può concedere il finanziamento richiesto al pensionato interessato. Qual’è questa età?
Il motivo è facilmente spiegabile: anche prendendo in prestito un dato come l’aspettativa di vita, per l’ente che va ad erogare il credito i rischi aumenterebbero in maniera esponenziale. Rischi che naturalmente sono presenti anche nei soggetti che magari si avvicinano a questo traguardo, ma che vengono limitati proprio diminuendo, spesso in maniera drastica, la durata del piano di rientro.
Conclusione
Possiamo quindi dire con una certa sicurezza che i 75 anni rappresentano un vero e proprio spartiacque, anche per quanto riguarda l’entità del finanziamento richiesto: più ci si avvicina a quell’età e più sarà rapido l’ammortamento, mentre anche la cifra concessa diminuirà in proporzione.
Va peraltro specificato come la politica decisa dall’Inpdap sia in pratica la stessa che caratterizza il sistema creditizio tradizionale. Considerata la grande mole di crediti deteriorati che lo affligge, gli istituti bancari e le finanziarie hanno cercato di non escludere gli anziani dal credito, limitando allo stesso tempo i rischi derivanti dall’intrattenere rapporti con una fascia di età così particolare.