L’ente di Previdenza Inpdap oltre a erogare trattamenti pensionistici e previdenziali ai propri iscritti alla Gestione unitaria delle prestazioni sociali e creditizie, offre prestiti, cessioni del quinto e mutui a soggetti dipendenti del pubblico impego statale e degli Enti locali. Tra i dipendenti pubblici, in ambito sanitario, rientra la categoria degli infermieri, i quali sono soggetti che rientrano nel novero delle categorie professionali a cui sono dedicate le attività creditizie erogate da Inps Inpdap. Vediamo in questa guida di comprendere chi può accedere ai prestiti Inpdap per infermieri, quali sono le tipologie di prestito che possono richiedere, i costi, i tassi e le modalità di presentazione della domanda.
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Prestiti Inps Inpdap per infermieri: requisiti per accedervi
l’Inps Inpdap ha riservato alla categoria professionale degli infermieri una nuova forma di finanziamento, ideata a tavolino e su misura per soddisfare ogni forma di fabbisogno finanziario e le loro esigenze creditizie. Come tutti i dipendenti della sanità pubblica quali ASL, distretti ospedalieri e case di cura pubbliche, gli infermieri possono accedere ai prestiti Inps Inpdap tramite la cessione del quinto dello stipendio, i piccoli prestiti Inpdap, i prestiti pluriennali diretti e/o garantiti e i mutui.
Secondo l’evoluzione della disciplina legislativa e giuslavoristica, attualmente sono ancora vigenti e fanno da fonte normativa di prim’ordine quanto recepito dal D.P.R. n. 225 del 1974, il quale ha modificato le mansioni del generico infermiere, attribuendogli alcune altre attività, frutto dell’esperienza e del progresso clinico intervenuto, come sancito:
Oltre all’espletamento delle mansioni e funzioni sopra citate per configurare l’attività professionale di infermiere, vi sono ulteriori requisiti richiesti per poter beneficiare dell’erogazione dei prestiti Inps Inpdap a favore degli infermieri. In questo caso, occorre corredare la disciplina sopra riportata con quella contenuta nel regolamento Inps Inpdap per gli iscritti alla Gestione unitaria delle prestazioni sociali e creditizie:
Presentazione della domanda di richiesta
I soggetti che sono in possesso dei requisiti professionali e personali, oltre che economici riportati in precedenza, possono accedere ai prestiti Inps Indpap, inoltrando la domanda di richiesta delle agevolazioni per la categoria degli infermieri, per via telematica accedendo direttamente ai servizi online dedicati sul sito dell’Ente di Previdenza oppure tramite la struttura ospedaliera o casa di cura o Asl presso la quale si è in servizio. Un’altra alternativa per presentare la domanda di richiesta del prestito e cessione del quinto per infermieri è quella di rivolgersi a banche ed intermediari creditizi che abbiano speciali Convenzioni siglate con Inps Inpdap.
La domanda per accedere a queste agevolazioni creditizie riservate per la categoria degli infermieri può essere presentata, con scadenze scandite e fissate al 10 gennaio, 10 maggio e 10 settembre di ogni anno solare. Il primo giorno di questi mesi sopra indicati viene pubblicato sul sito dell’Inps Inpdap, l’ammontare globale dello stanziamento delle riserve finanziarie finalizzate all’uopo per i prestiti agli infermieri.
Le domande sono prese in esame e istruite dal competente Ufficio Provinciale o Territoriale per la conseguente erogazione del prestito in base all’ordine cronologico di presentazione e solo qualora risultino conformi ai criteri sanciti e complete della relativa documentazione tassativamente richiesta. I prestiti Inpdap per infermieri vengono concessi nei limiti delle disponibilità finanziarie previste annualmente nel bilancio dell’Istituto di Previdenza.
Piccolo prestito Inps Inpdap per infermieri
Gli infermieri possono inoltrare la domanda di richiesta dei piccoli prestiti con durata annuale, da rimborsare in 12 rate mensili, con durata biennale, triennale e quadriennale da restituire con un piano di ammortamento di 24, 36 e 48 mensilità. Non è necessario presentare ulteriori allegati e documenti a titolo di autocertificazione, trattandosi di piccoli prestiti; inoltre, non è necessario dichiarare la motivazione per la quale sono richiesti.
Possono essere richieste ulteriori garanzie in caso di apertura del piccolo prestito? Nel caso in cui il soggetto richiedente non sia ritenuto affidabile dal punto di vista creditizio, l’Ente creditore si riserva di richiedere ulteriori garanzie come pegno, polizza assicurativa, fidejussione o la firma di un mallevadore. L’importo erogabile a titolo di piccolo prestito per infermieri varia a seconda dell’importo della retribuzione netta mensile percepita dal richiedente, anche se in genere il massimo plafond non è superiore ai 5-6.000 euro. In ogni caso, il saggio d’interesse applicato è del 4,25% sull’importo lordo della prestazione, a cui si deve aggiungere un’aliquota fissata all’ 0,5% a titolo di spese di amministrazione ed una per il Fondo rischi dell’Inps.
Prestito pluriennale Inps Inpdap
Per chi è un infermiere e voglia richiedere un plafond finanziario di rilevante consistenza deve necessariamente ricorrere ai prestiti pluriennali diretti e/o garantiti da Inps Inpdap. Si tratta di un prodotto creditizio, la cui durata di cinque o di dieci anni, può essere estinto e rimborsato secondo un piano di ammortamento di 60 o 120 rate mensili consecutive. Ciascuna rata mensile non deve essere di importo superiore al quinto degli stipendi aventi carattere fisso e continuativo corrisposti mensilmente agli infermieri in attività di servizio. Sull’importo lordo dei prestiti pluriennali si applica il tasso di interesse nominale annuo del 3,50%, nonché la ritenuta dello 0,50% per spese di amministrazione e quella relativa al contributo del fondo rischi.
Mutui ipotecari Inps Inpdap
Qualora un infermiere voglia acquistare una casa ad uso residenziale e/o abitativo con il box o una pertinenza e/o voglia sostenere le spese di ristrutturazione dell’abitazione, può presentare la domanda di richiesta dei mutui ipotecari con corredo dell’autocertificazione. Ai mutui ipotecari per infermieri può essere applicato un saggio fisso pari al 3,75%, oppure un saggio variabile che prevede l’applicazione di un TAN del 3,50% per il primo anno e, a partire dal secondo anno, un saggio d’interesse basato sull’Euribor a 6 mesi, maggiorato di uno spread fisso.