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Prestiti Inpdap dipendenti scuola

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Prestiti Inpdap dipendenti scuola
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Come è noto, dal primo giorno di gennaio del 2012 l’Inpdap non esiste più e le sue funzioni sono state affidate all’Inps. Una decisione, quella presa dall’allora Presidente del Consiglio, Mario Monti, tesa a una decisa razionalizzazione del sistema previdenziale, considerato da molti addetti ai lavori uno dei grandi problemi italiani. In conseguenza di ciò, l’Inps gestisce e finanzia tutte le iniziative sociali dell’ex Inpdap, comprese quelle non collegate alla previdenza.

Per farlo viene utilizzata la Gestione autonoma delle prestazioni creditizie e sociali, il fondo attraverso cui deve passare chi abbia intenzione di richiedere prestiti. Compresi tutti i dipendenti pubblici della scuola iscritti al Fondo Credito, i quali possono per tale via richiedere prestiti a tassi agevolati. Quali sono i prestiti in questione? Andiamo a vedere nel dettaglio.

Piccolo Prestito per dipendenti pubblici

Chi necessiti di somme di lieve entità, può senz’altro rivolgersi al piccolo prestito, un finanziamento personale il cui rimborso è sottoposto alle regole tipiche riguardanti la cessione del quinto dello stipendio. Quindi, il rimborso del prestito avviene mediante le trattenute mensili in busta paga il cui numero è indicato in sede contrattuale, con importo della rata fisso e tale da non poter superare il valore di un quinto dello stipendio netto mensile del dipendente.

Per quanto concerne la durata, il piccolo prestito può andare da un minimo di 12 ad un massimo di 48 rate e anche dalla durata scelta può dipendere l’entita della somma ricevuta. Ove infatti essa si attesti ad un anno, l’utente potrà vedersi accordato un importo fino a un massimo di una mensilità di stipendio, che diventano due, tre o quattro ove invece si opti per piani di rimborso biennali, triennali o quadriennali. La composizione della rata da pagare vede il concorso di una quota capitale e una di interessi.

Il tasso d’interesse applicato è fisso e pari al 4,25% (TAN), cui occorre aggiungere una quota pari allo 0,5% per le spese amministrative e il premio fondo rischi, il quale varia in base all’età del dipendente scolastico.

Va infine ricordato come trattandosi appunto di un prestito personale, non è assolutamente necessario spiegare il modo in cui la liquidità ottenuta sarà investita.

Piccolo Prestito Gestione Magistrale

L’E.N.A.M. (Ente Nazionale di Assistenza Magistrale), a partire dal 31 luglio del 2005, è stato inglobato nell’Inpdap, seguendo le vicende dell’ente sino al suo confluire nell’Inps, avvenuto a decorrere dal primo giorno del 2012, entrando quindi a far parte della Gestione Dipendenti Pubblici dell’Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale.

Gli insegnanti di scuola dell’infanzia o elementare e i dirigenti scolastici provenienti dall’ex ruolo dei direttori didattici in precedenza iscritti all’E.N.A.M. possono richiedere il Piccolo Prestito Gestione Magistrale, un finanziamento con cessione del quinto dello stipendio di durata biennale, in cui le 24 rate di importo fisso vengono detratte direttamente dalla busta paga.

Anche in questo caso il tasso di interesse è molto conveniente e inferiore a quello che caratterizza solitamente questo genere di prodotti creditizi, attestandosi all’1,50% a cui occorre aggiungere l’1% per le spese di amministrazione e il fondo di garanzia.

Trattandosi di un prestito finalizzato, in cui cioè l’importo ottenuto deve essere utilizzato al fine di sostenere una determinata spesa, occorre che la motivazione sia riconducibile ad una di quelle ammesse, ovvero, il matrimonio, la nascita di un figlio o la sua adozione, l’insorgere di malattie gravi, il decesso di un familiare, l’acquisto della casa o i lavori di manutenzione straordinaria della stessa, l’eventuale trasferimento, l’acquisto di un’auto, le cure dentistiche e l’estinzione di un mutuo.

Prestito Pluriennale Diretto

Vanno poi ricordati i prestiti pluriennali diretti, ovvero i finanziamenti di durata quinquennale o decennale erogati con la modalità della cessione del quinto.

Anche per questo tipo di finanziamento il tasso di interesse è inferiore a quello che può essere spuntato presso il circuito creditizio tradizionale, andandosi ad attestare al 3,50%, cui occorre aggiungere lo 0,50% di spese amministrative e il premio fondo rischi.

Anche in questo caso l’importo della rata fissa mensile non può andare ad oltrepassare il valore di un quinto dello stipendio e il pagamento avviene con la trattenuta automatica in busta paga alla fine di ogni mese. Le condizioni per poter richiedere i prestiti pluriennali diretti prevedono:

  • la dimostrazione dell’esistenza di un contratto di lavoro a tempo indeterminato con almeno quattro anni di anzianità di servizio e altrettanti di versamenti contributivi;
  • l’esistenza di un contratto a tempo determinato con almeno tre anni di servizio, cui si aggiunge l’obbligo di cedere il TFR (Trattamento di Fine Rapporto) in veste di garanzia della restituzione del capitale ottenuto.

Trattandosi di un finanziamento finalizzato, l’importo ottenuto può essere destinato soltanto per sostenere le spese di un determinato acquisto. Il ventaglio di possibilità in tal senso muta a seconda della durata del prestito. Nel caso di quello quinquennale si può finanziare le spese collegate a traslochi, riparazione di danni derivanti da rapina, calamità naturali o incendio, lavori di ristrutturazione della propria abitazione o condominiali, installazione di impianti alimentati da fonti rinnovabili, cure odontoiatriche, acquisto di autoveicoli, nascita o adozione di un figlio, matrimonio, malattie, morte di un familiare e corsi post laurea.

I prestiti decennali possono invece essere richiesti per finanziare l’acquisto della prima casa e i lavori tesi a restaurarla, risanarla, ristrutturarla o alla sua manutenzione straordinaria, il riscatto di alloggi popolari, l’acquisto di una abitazione in cooperativa, l’estinzione anticipata di un mutuo ipotecario edilizio Inpdap, l’insorgenza di gravi malattie di un componente del nucleo familiare.

Prestito Pluriennale Garantito

Infine occorre ricordare i prestiti pluriennali garantiti, finanziamenti a tassi agevolati offerti dalle banche e società finanziarie che hanno dato vita ad una convenzione con l’Inpdap che quindi è ora sotto l’egida dell’Inps Gestione Dipendenti Pubblici. Ne consegue che l’importo, la durata, i tassi di interessi (TAN e TAEG) e le caratteristiche del prestito mutino a seconda dell’istituto con cui è stato contrattato.

Il richiedente è a sua volta tenuto a sottoscrivere una polizza di assicurazione contro il rischio di morte, di perdita del lavoro o di riduzione dello stipendio.

Proprio il fatto che sia l’ente previdenziale a fungere da garante per questi prestiti, fa sì che oltre agli interessi e alle spese di amministrazione da corrispondere alla banca che accorda il prestito, occorra corrispondere anche lo 0,5% di spese di amministrazione e il premio compensativo per il rischio di insolvenza (che si attesta all’1,5% per i prestiti quinquennali e al 3% per quelli decennali) all’Inps Gestione Dipendenti Pubblici.