Non è un momento felice per il credito nel nostro Paese, anche se negli ultimi mesi la situazione è sensibilmente migliorata. Molte banche e società finanziarie, infatti, non si fidano e continuano a frapporre ostacoli ai richiedenti finanziamenti.
Per chi è alla ricerca di prestiti, magari finalizzati all’acquisto di un bene o più semplicemente destinati a rivitalizzare le esauste finanze familiari, una valida alternativa è quella rappresentata dall’Inpdap (Istituto Nazionale di Previdenza per i Dipendenti dell’Amministrazione Pubblica). Una proposta, quella dell’Inpdap, la quale da sempre è vista con estremo favore dai naturali destinatari, ovvero i dipendenti e i pensionati pubblici.
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Inpdap: un po’ di storia
L’Inpdap è un ente non economico nato nel corso del 1994, con il preciso scopo di fornire prestazioni e servizi a favore dei dipendenti e pensionati della PA. Nel 2011, però, il governo Monti ha deciso di dare vita ad un riordino teso a razionalizzare il settore previdenziale e anche l’Inpdap, come del resto l’Enpals, è stato praticamente soppressi. A decidere in tal senso è stato il decreto Salva Italia e da quel momento l’ente ha smesso di esistere. Le sue funzioni non sono però cessate, ma sono anzi confluite nel cosiddetto super Inps, che ha provveduto a portarle avanti, a cominciare da quelle creditizie. Una notizia che ha provveduto a spegnere le voci di un possibile blocco dei finanziamenti, le quali avevano cominciato a rincorrersi nelle settimane successive al decreto. Voci estremamente preoccupate, in quanto i prestiti Inpdap hanno raggiunto grande popolarità tra coloro che ne hanno diritto.
I prestiti Inpdap convengono
La proposta elaborata da Inpdap a favore degli assistiti vede il concorso di piccoli prestiti, prestiti in convenzione, finanziamenti pluriennali diretti e garantiti. Un paniere di prodotti il quale riesce da sempre ad intercettare un gradimento diffuso, in particolare per la estrema convenienza dei tassi di interesse che li caratterizza, soprattutto ove essi siano rapportati a quelli di mercato. Di conseguenza, la rata da pagare è più magra rispetto ai prodotti concorrenti. Inoltre i finanziamenti rilasciati dall’ente sono assolutamente sicuri: nel corso del piano di rientro, infatti, i termini dell’accordo tra le parti non saranno mai ritoccati. Caratteristiche tali da stridere con la situazione di un mercato creditizio sempre più selettivo, con il quale devono spesso scontrarsi le famiglie italiane alla ricerca di liquidità aggiuntiva.
I prestiti Inpdap possono arrivare a 80mila euro
Nel paniere di prodotti creditizi predisposto dall’ente, un posto di particolare riguardo spetta ai prestiti più consistenti. L’importo di questa tipologia di finanziamento può infatti arrivare anche a quota 80mila euro e ad erogarli non è direttamente l’Inpdap, bensì gli istituti che hanno stipulato particolari convenzioni con l’ente. Sono proprio questi istituti bancari ad accollarsi quindi il rischio in caso di decesso, riduzione dello stipendio o fine del servizio pubblico senza pensione. Naturalmente, in questo caso, ogni istituto convenzionato adotta una sua politica, per effetto della quale il tasso di interesse viene deciso sulla base della stessa. Una differenza non da poco rispetto ai prestiti tradizionali erogati dall’ente.
Chi può richiedere un prestito sino a 80mila euro
I prestiti in convenzione sino a 80mila euro, sono però sottoposti ad alcune restrizioni. La prima delle quali è proprio quella relativa allo stato di servizio del lavoratore che li richieda, il quale non deve essere inferiore ai 4 anni. Inoltre la durata del piano di rientro non può superare il periodo di servizio del dipendente: in pratica, se il dipendente è destinato ad andare in pensione tra 7 anni il finanziamento non potrà superare gli 84 mesi.
La richiesta di prestito Inpdap può essere effettuata da tutti i dipendenti iscritti alla Gestione Unitaria di Prestazioni Creditizie Sociali. Per procedere nel processo occorre però autenticare preventivamente la richiesta con le proprie credenziali, direttamente dal sito dell’Inps, oppure recandosi di persona presso le sedi provinciali dello stesso istituto o, infine, avvalendosi della consulenza di uno dei tanti Patronati dislocati lungo il territorio peninsulare.
Occorre prestare grande attenzione alla tempistica
Chi decide di richiedere un prestito di questo genere, non deve produrre le motivazioni che lo spingono a farlo e questo rappresenta un ulteriore vantaggio. Occorre però ricordare che la disponibilità non è infinita e che perciò occorre affrettarsi nell’avanzare la propria richiesta, in quanto una volta esauriti i fondi stanziati, occorrerà attendere l’anno successivo. Naturalmente le richieste vengono esaminate in base al loro arrivo in ordine cronologico, sino ad esaurimento della dotazione.
La formula è la cessione del quinto
La formula scelta per questo tipo di operazione è naturalmente quella della cessione del quinto. Una scelta la quale deriva proprio dalla peculiarità dei richiedenti, che possono mettere come garanzia per il pagamento delle rate la propria busta paga. Il piano di rientro sarà impostato su rate mensili, il cui importo non potrà superare il 20 per cento della retribuzione, con trattenuta diretta sulla busta paga da parte dell’istituto.